Riflettendo sui concetti di regole e di libertà
Dal 8 al 13 giugno, ho partecipato a una vacanza organizzata dal foyer presso cui lavoro come educatore. Siamo stati a Misano Adriatico, seguendo un motto molto particolare: "L'unica regola è che non ci sono regole."
Durante questa vacanza, una sera a mezzanotte, io e un gruppo di persone abbiamo deciso di fare un bagno in mare. L'acqua era tutt'altro che mite, ma l'esperienza è stata indimenticabile. In quel momento, ho sentito una frase che mi ha colpito profondamente: "È una cosa normale, ma è una figata."
Tutto è iniziato con una ragazza, utente del foyer, che ha gridato: "È la vacanza più bella della mia vita!" Questo entusiasmo ha dato il via a un dialogo appassionato.
"Ma possiamo fare il bagno a quest'ora? Non arriva nessuno a sgridarci?" ha chiesto un ragazzo, curioso e un po' preoccupato.
"Certo che possiamo, stai tranquillo!" ha risposto rassicurante un mio collega.
Il ragazzo, ancora dubbioso, ha poi chiesto: "A che ora dobbiamo tornare in albergo? È passata la mezzanotte."
"Non abbiamo orari, siamo in vacanza!" ha ribadito il collega con un sorriso.
"Ma che figata!" ha esclamato entusiasta il ragazzo.
Il collega ha quindi risposto: "È una cosa normale, goditela!"
E il ragazzo, con un sorriso grande quanto il mare davanti a noi, ha esclamato: "È una cosa normale, ma è una figata!"
Istituzionalizzazione e i relativi effetti
Le istituzioni rappresentano le strutture fondamentali di una società attraverso le quali vengono perseguiti obiettivi collettivi e individuali. Esse comprendono una vasta gamma di enti e organizzazioni, come governi, scuole, ospedali, chiese e aziende, che insieme costituiscono la base operativa della vita sociale.
Nel linguaggio delle scienze sociali, le istituzioni delineano modelli comportamentali che guidano le azioni degli individui e dei gruppi all'interno della società. Questi modelli non solo regolano i comportamenti, ma stabiliscono anche le aspettative e le norme che definiscono cosa è considerato accettabile o inaccettabile in un determinato contesto sociale.
Le istituzioni hanno delle regole perché queste sono essenziali per mantenere ordine e coerenza all'interno della società. Le regole istituzionali stabiliscono chi può fare cosa, quando e come, creando così un quadro normativo che riduce l'incertezza e facilita la cooperazione tra i membri della comunità.
L'istituzionalizzazione è il processo attraverso il quale le pratiche e le regole sociali vengono formalizzate e stabilizzate all'interno delle istituzioni. Questo processo implica la creazione e l'adozione di sistemi di regole che definiscono il comportamento accettabile e le procedure operative all'interno delle istituzioni.
L'istituzionalizzazione tende a conformare comportamenti perché, attraverso la formalizzazione delle regole e delle pratiche, crea aspettative condivise su come gli individui debbano comportarsi all'interno delle istituzioni.
Declinando questo concetto all'interno delle organizzazioni sociali, i processi di istituzionalizzazione tendono a uniformare i comportamenti degli utenti dei servizi, in particolar modo quelli delle persone residenti dei contesti abitativi. Ne sono un esempio largamente conosciuto le regole riguardanti gli orari di entrata e di uscita, quelli dei pasti e della messa a letto; così come le regole di condotta comportamentale comunitaria.
L'adozione di regole all'interno delle istituzioni risulta certamente fondamentale per garantire efficienza e sicurezza, ma come operatori sociali siamo obbligati a riflettere sugli effetti che queste regole generano.
Ho pensato di iniziare questo articolo con un breve racconto che, a mio parere, offre un esempio significativo di come le regole istituzionali tendano a condizionare le scelte, i pensieri e i comportamenti non solo all'interno del contesto, ma si estendano fino a riprodursi e ripresentarsi anche al di fuori.
Interrogarsi è fondamentale
Il lavoro da educatori deve presupporre la consapevolezza che ogni intervento genera degli effetti. Spesso, nei contesti istituzionali formali, le metodologie e le progettualità sono vincolate a degli standard qualitativi forti del contratto stipulato tra gli utenti e l'organizzazione, i quali garantiscono - nel limite dell'accettabile - le finalità positive e di beneficenza delle scelte e delle attuazioni.
Auto-osservandosi, non è raro riscontrare interventi di richiamo effettuati sulla base di regole prestabilite senza che venga in alcun modo contemplato, all'interno del processo riflessivo, la possibilità che esistano eccezioni. E questo, purtroppo frequentemente, accade in riproduzione automatica, anche al di fuori dei contesti formali.
Le regole sono necessarie, ma è altresì necessario sforzarsi a interrogarsi su quale sia la finalità delle regole e quanto queste influenzino la libertà e l'autonomia degli utenti. È importante valutare se le norme adottate siano realmente funzionali al raggiungimento degli obiettivi prefissati o se, al contrario, rischino di limitare eccessivamente la creatività e l'iniziativa personale. In tal modo, si può garantire che le regole servano veramente al benessere collettivo e non si trasformino in meri strumenti di controllo e conformismo.
Marco Vanzini per #ImpegnoSociale
Riferimenti:
- Cavalli, A. (1996). Enciclopedia delle scienze sociali. Treccani.
- Fogheraiter, F. (2022). Parole Sociali, dizionario minimo di social work. Erickson
- Leone, L. Prezza, M. (2003). Costruire e valutare i progetti nel sociale. FrancoAngeli
- Nuzzo, A. (2019). Processi comunicativi e relazionali
- Sanicola, L. (2003). Il progetto. Liguori Editore.
Impegno Sociale è un'iniziativa che mira a promuovere la conoscenza del Lavoro Sociale attraverso ricerche, articoli scientifici ed editoriali, offrendo supporto a individui e enti attivi nel settore.
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